Agli studenti/ Alle famiglie
Al personale docente
Al personale ATA
Oggetto: festività pasquali.
Questa volta per la nuova Pasqua del 2021, avvertendo una sorta di “ impaccio” nel rivolgere a noi, comunità educativa del Volta, le parole di augurio, che ci hanno per tante volte accompagnato in alcuni dei passaggi importanti della vita della nostra casa di formazione, come è avvenuto per ogni nuovo inizio ( il nuovo anno scolastico, il nuovo Natale, il nuovo anno che sopraggiunge, la nuova Pasqua), ho voluto affidarmi alle parole di un poeta “cristiano” ( cristiano e quindi capace di “universalità”), padre Maria Turoldo con il testo che segue, poesia che si potrà leggere intera o per stralci e della quale porrei in evidenza i versi ricorrenti :
“avete visto il Signore?
Ma lo dirò in silenzio
e solo con un sorriso.”,
versi nei quali il silenzio sorridente diviene un’esortazione pacata e luminosa a ritrovare la speranza ( speranza certa? speranza incerta? ) in un comune ritrovarsi adesso e dopo , dentro e fuori il dolore e la sofferenza della malattia, che ci ha come costretti dentro uno stato di “ reclusione “ fisica e mentale.
Ho voluto anche proporre un breve filmato, che contiene un’intervista al frate, nella quale si rivolge a tutti e ai giovani in modo particolare. Potrà sembrare in certi passaggi “datata”, come sul punto sulla scienza “ scatenata”, ma apre una prospettiva di riflessione, che potrà anche essere oggetto di interesse nel dialogo con i docenti, come quando accenna al “ consumismo di sé” o evoca l’immagine della umanità-cattedrale.
https://www.youtube.com/watch?v=w5wu7tyMO94
Caltanissetta, 26-3-2021
Il dirigente scolastico (Vito Parisi)
David Maria Turoldo
Per il mattino di Pasqua
Io vorrei donare una cosa al Signore,
ma non so che cosa.
Andrò in giro per le strade
zufolando, così,
fino a che gli altri dicano: è pazzo!
E mi fermerò soprattutto coi bambini
a giocare in periferia,
e poi lascerò un fiore
ad ogni finestra dei poveri
e saluterò chiunque incontrerò per via
inchinandomi fino a terra.
E poi suonerò con le mie mani
le campane sulla torre
a più riprese
finché non sarò esausto.
E a chiunque venga
anche al ricco dirò:
siedi pure alla mia mensa,
(anche il ricco è un povero uomo).
E dirò a tutti:
avete visto il Signore?
Ma lo dirò in silenzio
e solo con un sorriso.
Io vorrei donare una cosa al Signore,
ma non so che cosa.
Tutto è suo dono
eccetto il nostro peccato.
Ecco, gli darò un'icona
dove lui bambino guarda
agli occhi di sua madre:
così dimenticherà ogni cosa.
Gli raccoglierò dal prato
una goccia di rugiada
è già primavera
ancora primavera
una cosa insperata
non meritata
una cosa che non ha parole;
e poi gli dirò d'indovinare
se sia una lacrima
o una perla di sole
o una goccia di rugiada.
E dirò alla gente:
avete visto il Signore?
Ma lo dirò in silenzio
e solo con un sorriso.
Io vorrei donare una cosa al Signore,
ma non so che cosa.
Non credo più neppure alle mie lacrime,
e queste gioie sono tutte povere:
metterò un garofano rosso sul balcone
canterò una canzone
tutta per lui solo.
Andrò nel bosco questa notte
e abbraccerò gli alberi
e starò in ascolto dell'usignolo,
quell'usignolo che canta sempre solo
da mezzanotte all'alba.
E poi andrò a lavarmi nel fiume
e all'alba passerò sulle porte
di tutti i miei fratelli
e dirò a ogni casa: pace!
e poi cospargerò la terra
d'acqua benedetta in direzione
dei quattro punti dell'universo,
poi non lascerò mai morire
la lampada dell'altare
e ogni domenica mi vestirò di bianco.
Io vorrei donare una cosa al Signore,
ma non so che cosa.
E non piangerò più
non piangerò più inutilmente;
dirò solo: avete visto il Signore?
Ma lo dirò in silenzio
e solo con un sorriso
poi non dirò più niente.