“It’s time for wetlands restoration” (“È tempo di recuperare le zone umide”) è lo slogan di quest’anno per la Giornata Mondiale delle Zone Umide (2 febbraio), giornata fondamentale per la tutela e per la valorizzazione di questi scrigni di biodiversità: elementi di richiamo per un turismo sostenibile e, soprattutto, importanti alleati nel contrasto alla crisi climatica. Ma cosa si intende per “zone umide”? Come spiega Antonio Nicoletti di Legambiente, per “zone umide” si intendono quelle aree in cui ci sono le acque lentiche o ferme; e quindi le paludi, gli acquitrini, le torbiere, i bacini, ma anche i laghi, i fiumi e le foci, gli stagni, le lagune, le valli da pesca e i litorali. Legambiente ricorda che le zone umide sono i pozzi di assorbimento di carbonio più efficaci della Terra. La loro funzione nell’ecosistema globale è molto più ampia ed è correlata al nostro benessere. Sono, infatti, ecosistemi fondamentali per contenere l’impatto dei cambiamenti climatici, principali responsabili della perdita di biodiversità al mondo, insieme alla perdita di suolo e all’inquinamento. Le principali funzioni di queste aree sono: assorbire le piogge in eccesso, arginare le inondazioni, limitare il dissesto idrologico, rallentare l’insorgere della siccità e ridurre al minimo la penuria d’acqua. Inoltre, con queste zone si mitigano gli effetti delle “bombe d’acqua”, che sono in grado di produrre frane e veri e propri fiumi di fango. In Italia le zone umide d’importanza riconosciute e inserite nell’elenco della Convenzione di Ramsar sono 57, distribuite in 15 regioni, mentre sono 9 quelle in fase di istituzione: sul territorio nazionale, in pratica, si possono contare 66 zone umide. In generale possiamo dire che ce ne sono altre 1562 catalogate “meritevoli” dall’ISPRA, in quanto aree molto importanti per la conservazione della biodiversità. Questa giornata è estremamente importante perché, con le varie iniziative di Legambiente, aumenta il numero di cittadini che si mobilita per visitare, conoscere e tutelare queste aree di fondamentale importanza, che alla fine rappresentano dei polmoni verdi in grado di ridurre gli effetti del caldo estremo (dannoso per la nostra salute). È necessario, dunque, curare queste aree per salvaguardare gli ecosistemi. A questo scopo gli studenti della classe 3ªG del Liceo Scientifico “A. Volta” di Caltanissetta, accompagnati dal prof. Ivo Cigna, insieme all’associazione Tam Tam e all’ente gestore della RNI Lago Sfondato, sabato 4 febbraio 2023 si sono recati presso un tratto del fiume Salito (che nasce dalle pendici del Monte Zagara, presso Santa Caterina Villarmosa, nella provincia di Caltanissetta) per ripulirlo da tutti i rifiuti presenti in quella zona. Appena arrivati, ad aspettare gli studenti c’erano i rappresentanti di Legambiente Sicilia che hanno spiegato loro l’importanza della Giornata Mondiale delle Zone Umide. Successivamente i ragazzi, indossati i guanti, si sono messi subito all’opera. Sono stati riempiti molti sacchi di plastica, carta e altri rifiuti indifferenziati, come ad esempio vestiti ormai inutilizzabili, pezzi di ceramica e metallo, cavi, tubi e addirittura due porte di legno. Infine, dopo una breve pausa, i ragazzi hanno avuto modo di visitare un territorio confiscato alla mafia, che adesso è sotto la tutela dell’associazione Tam Tam. Con questa esperienza la classe 3ªG ha dato un esempio molto importante: è fondamentale salvaguardare le zone umide in questi anni in cui il cambiamento climatico si fa sentire sempre di più! Dobbiamo assolutamente impegnarci tutti a rispettare l’ambiente in cui viviamo e a prendercene cura sempre e in ogni momento, anche quando non siamo noi a causare il danno. Siamo tutti abitanti dello stesso pianeta e dobbiamo collaborare insieme…
Daniele Guagliardo (3ªG)
Andrea Palumbo (3ªG)
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